Consumo meno di un Grillo
2008-05-26 06:46:06 UTC
http://www.sabinaguzzanti.it/?q=node/526&page=2
Facci: Grillo ambientalista? Macché, consuma come un intero paese
Inserito da New Italy Net il Sab, 12/04/2008 - 12:52
Un'ecologista con yacht, fuoristrada, Ferrari e una villa che consuma
come una discoteca riminese: l'accusano di tutto, Beppe Grillo, e il
problema è che è tutto vero.
Ieri il settimanale Vanity Fair ha reso nota un'intervista di Chicco
Testa, ex amministratore Enel di area diessina: «Grillo non mi piace»,
dice Testa, «e il suo blog è un concentrato di leggende metropolitane e
populismo. Ai tempi in cui ero ancora presidente del Consiglio di
amministrazione dell'Enel», racconta, «Grillo diceva che a casa sua,
con il solare, produceva tanta energia da vendere poi quella in
eccesso. Ma feci fare una verifica e venne fuori che da solo consumava
come un paesino».
Accidenti. In effetti la villa di Grillo è piuttosto nota per i suoi
pannelli solari. Andò a viverci quando si trasferì al quartiere di
Sant'Ilario, la Hollywood di Genova, più o meno nella seconda metà
degli anni Ottanta. Sono i giorni dei suoi spot pubblicitari per gli
yogurt Yomo (poco in linea con certe sue intransigenze future) dove
diceva «Ci hanno messo 40 anni per farlo così buono». Indossava la
felpa «University of Catanzaro» e per quella pubblicità vinse anche un
Telegatto. Comunque sia: non è chiaro se Grillo pagò l'installazione
dei pannelli solari (più una centralina fotovoltaica in giardino)
oppure se l'aiutarono degli sponsor: sta di fatto che si fece mettere
20 kilowatt contro i 3 kilowatt medi delle case italiane. In altre
parole, Grillo consumava e consuma come 7 famiglie. A proposito del
solare: quanta energia può produrre un privato?
«Parecchia», disse in un'intervista rilasciata a Beppe Severgnini sul
Corriere della Sera, «ma i costi sono fissi e non si può distribuirla
agli altri, ci si dovrebbe immettere nel sistema dell'Enel, che non ci
sta». Ed ecco che Grillo mise progressivamente nel mirino Chicco Testa,
al tempo amministratore dell'Enel, azienda che finanziava Legambiente,
Wwf, Fai e altre associazioni ambientaliste. «Lo fanno per coprirsi,
per mettersi al riparo», mugugnò Grillo». L'Enel, oltretutto, decise di
permettere l'allacciamento alla rete degli impianti fotovoltaici (come
il suo) e addirittura di rivendere l'elettricità in eccesso all'Enel
stessa. Quello che lui voleva. Il suo contratto di fornitura, con
apposito contatore, fu il primo d'Italia: e da lì parte la leggenda
dell'indipendenza energetica di Grillo. Il dettaglio è che non è vero.
L'impianto di Grillo è composto da 25 metri quadri di pannelli e
produce al massimo 2 kilowatt. E lui come visto ne consuma 20. Eppure
una parte dell'energia solare Grillo la rivende, stando a lui: «Io in
casa ho due contatori», disse il comico al Resto del Carlino nel 2001,
«e uno è per l'energia elettrica che compro dall'Enel, l'altro per
quella che gli vendo. Produco energia coi pannelli solari, e quella che
non uso la vendo all'Enel. Una libidine pazzesca». Misteri della
tecnologia, ma probabilmente è ignoranza nostra: se i pannelli coprono
un decimo del suo fabbisogno, di che eccessi parla? E perché la
rivende? Conviene, forse? Qui, appunto, interviene Chicco Testa a
scoprire che il solare di Grillo se va bene gli alimenta il frullatore
e poco altro.
A ogni modo le polemiche ambientaliste di Grillo salivano di tono
proprio in quel periodo: «Anche Chicco Testa dovrebbe essere
ecologista, e tutto quello che sa dire è che ci vuole più energia
quando il 90 per cento di energia di una lampadina va sprecata. Non si
tratta di produrre più energia, ma di risparmiarla». Hai capito. Grillo
parla di risparmio e ha una fornitura da 20 kilowatt.
Altro discorso riguarderebbe il possesso da parte di Grillo di yacht
che certo non funzionavano a carbone. Il suo Magnum di 12 metri,
peraltro, affondò in Sardegna nel '97, con lui al timone. Anche il
discorso delle automobili di Grillo sarebbe interessante:
un'inquinantissima Chevrolet Blazer, tra altre, e sicuramente
un'utilitaria di nome Ferrari (rossa, ovvio) sempre parcheggiata
davanti alla discoteca Davidia di Genova, coperta da apposito telone.
Lui dirà che è un'invenzione dei giornalisti corrotti.
di Filippo Facci
da ilGiornale.it
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=253836
-----------------------------------
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Facci: Grillo ambientalista? Macché, consuma come un intero paese
Inserito da New Italy Net il Sab, 12/04/2008 - 12:52
Un'ecologista con yacht, fuoristrada, Ferrari e una villa che consuma
come una discoteca riminese: l'accusano di tutto, Beppe Grillo, e il
problema è che è tutto vero.
Ieri il settimanale Vanity Fair ha reso nota un'intervista di Chicco
Testa, ex amministratore Enel di area diessina: «Grillo non mi piace»,
dice Testa, «e il suo blog è un concentrato di leggende metropolitane e
populismo. Ai tempi in cui ero ancora presidente del Consiglio di
amministrazione dell'Enel», racconta, «Grillo diceva che a casa sua,
con il solare, produceva tanta energia da vendere poi quella in
eccesso. Ma feci fare una verifica e venne fuori che da solo consumava
come un paesino».
Accidenti. In effetti la villa di Grillo è piuttosto nota per i suoi
pannelli solari. Andò a viverci quando si trasferì al quartiere di
Sant'Ilario, la Hollywood di Genova, più o meno nella seconda metà
degli anni Ottanta. Sono i giorni dei suoi spot pubblicitari per gli
yogurt Yomo (poco in linea con certe sue intransigenze future) dove
diceva «Ci hanno messo 40 anni per farlo così buono». Indossava la
felpa «University of Catanzaro» e per quella pubblicità vinse anche un
Telegatto. Comunque sia: non è chiaro se Grillo pagò l'installazione
dei pannelli solari (più una centralina fotovoltaica in giardino)
oppure se l'aiutarono degli sponsor: sta di fatto che si fece mettere
20 kilowatt contro i 3 kilowatt medi delle case italiane. In altre
parole, Grillo consumava e consuma come 7 famiglie. A proposito del
solare: quanta energia può produrre un privato?
«Parecchia», disse in un'intervista rilasciata a Beppe Severgnini sul
Corriere della Sera, «ma i costi sono fissi e non si può distribuirla
agli altri, ci si dovrebbe immettere nel sistema dell'Enel, che non ci
sta». Ed ecco che Grillo mise progressivamente nel mirino Chicco Testa,
al tempo amministratore dell'Enel, azienda che finanziava Legambiente,
Wwf, Fai e altre associazioni ambientaliste. «Lo fanno per coprirsi,
per mettersi al riparo», mugugnò Grillo». L'Enel, oltretutto, decise di
permettere l'allacciamento alla rete degli impianti fotovoltaici (come
il suo) e addirittura di rivendere l'elettricità in eccesso all'Enel
stessa. Quello che lui voleva. Il suo contratto di fornitura, con
apposito contatore, fu il primo d'Italia: e da lì parte la leggenda
dell'indipendenza energetica di Grillo. Il dettaglio è che non è vero.
L'impianto di Grillo è composto da 25 metri quadri di pannelli e
produce al massimo 2 kilowatt. E lui come visto ne consuma 20. Eppure
una parte dell'energia solare Grillo la rivende, stando a lui: «Io in
casa ho due contatori», disse il comico al Resto del Carlino nel 2001,
«e uno è per l'energia elettrica che compro dall'Enel, l'altro per
quella che gli vendo. Produco energia coi pannelli solari, e quella che
non uso la vendo all'Enel. Una libidine pazzesca». Misteri della
tecnologia, ma probabilmente è ignoranza nostra: se i pannelli coprono
un decimo del suo fabbisogno, di che eccessi parla? E perché la
rivende? Conviene, forse? Qui, appunto, interviene Chicco Testa a
scoprire che il solare di Grillo se va bene gli alimenta il frullatore
e poco altro.
A ogni modo le polemiche ambientaliste di Grillo salivano di tono
proprio in quel periodo: «Anche Chicco Testa dovrebbe essere
ecologista, e tutto quello che sa dire è che ci vuole più energia
quando il 90 per cento di energia di una lampadina va sprecata. Non si
tratta di produrre più energia, ma di risparmiarla». Hai capito. Grillo
parla di risparmio e ha una fornitura da 20 kilowatt.
Altro discorso riguarderebbe il possesso da parte di Grillo di yacht
che certo non funzionavano a carbone. Il suo Magnum di 12 metri,
peraltro, affondò in Sardegna nel '97, con lui al timone. Anche il
discorso delle automobili di Grillo sarebbe interessante:
un'inquinantissima Chevrolet Blazer, tra altre, e sicuramente
un'utilitaria di nome Ferrari (rossa, ovvio) sempre parcheggiata
davanti alla discoteca Davidia di Genova, coperta da apposito telone.
Lui dirà che è un'invenzione dei giornalisti corrotti.
di Filippo Facci
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